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Sentiamo il tempo scorrere vorace intorno al nostro essere e a tutte le cose, corrodendoli inesorabilmente fino all'annientamento; cerchiamo di rallentare questo processo con la tecnica o di trascenderlo con la fede in un Essere perfetto e immutabile; nel complesso, tendiamo al nichilismo e alla depressione. Ma questo sentire è ingannevole, come pure il rimedio ad esso. Terminus affronta in termini puramente razionali i quesiti basilari dell'esistere e del tempo, del rapporto con l'Infinito, passa in rassegna le grandi risposte di filosofi antichi e moderni, ed apre, con un rovesciamento di prospettiva, la coscienza al divenire quale costituente interno dell'essere, e co-eterno ad esso; e all'essere come puro positivo, esente dal nulla e dalla negazione, non però dal Limite. Mentre l'Essere perfetto e immutabile è un controsenso ontologico.